Cosa crediamo

LE NOSTRE CONVINZIONI

Solo a Dio la gloria

Nulla è sacro o assoluto tranne DIO. I protestanti pensano che nessuna impresa umana abbia carattere assoluto. Tutto è relativo al cospetto della sua santità e della sua giustizia. Nel nome del Dio di Gesù Cristo, che è il Dio della libertà e dell’amore, proclamano la libertà di coscienza degli uomini e delle donne del mondo e ne affermano un’eguaglianza derivante non dalla natura o da filosofie umane bensì dalla sovranità del Padre.

Solo Cristo

Come la testimonianza evangelica attesta, Gesù Cristo è il solo mediatore fra Dio e gli uomini e non v’è altro nome sulla terra che noi possiamo invocare per la nostra salvezza. Per questo, pensiamo si possa dire che il Protestantesimo ha ricondotto la fede al suo nucleo centrale ed al problema essenziale di essa, ossia alla domanda: “chi è per voi Gesù Cristo”?

Sola grazia

La grazia è l’amore gratuito, unilaterale ed originario di Dio per l’umanità. Fin dall’inizio della Riforma protestante, nel XVI secolo, i protestanti insistono in modo particolare su questo articolo di fede. In maniera indipendente dai propri meriti, l’essere umano è GIA’ SALVATO malgrado la sua condizione di peccatore. Malgrado noi non siamo in grado di meritare alcunché da Dio a motivo della nostra situazione di totale miseria, non dobbiamo mettere in atto nessuna “pratica religiosa” per conquistarci l’amore, l’attenzione e la sua benevolenza. Questa fiducia assoluta in Dio solo rende gli uomini e le donne persone responsabili, adulte, libere da qualsiasi superstizione e mature. Proprio e soltanto perché sono amati, uomini e donne hanno ora la possibilità di amare il proprio prossimo. I protestanti cercano di fare il bene NON per acquisire dei meriti oppure per conquistarsi l’amore di Dio ma come risposta riconoscente per la salvezza data da Dio in Gesù Cristo soltanto. I protestanti non si rivolgono in preghiera ai morti e ritengono che essi siano già presso Dio: anche per questo e perché non fondata sulla Scrittura, respingono la dottrina del Purgatorio, poiché la grazia sufficiente e perfetta di Dio ed il suo giudizio non ammettono soluzioni “intermedie”. Non rendono dunque nemmeno il culto ai morti o ammettono loro funzioni d’intercessione e rifiutano, su base biblica, l’utilizzo di oggetti e paramenti ritenuti sacri, di reliquie, il culto delle immagini, delle statue, la pratica delle indulgenze e quanto ad essa collegabile. Non ammettono alcun tipo di culto a Maria, nostra sorella, né riconoscono quello dei santi o dei beati o possibilità da parte di qualsiasi creatura umana di facilitare, suscitare o mediare la grazia divina.

Sola fede

La fede, dono meraviglioso del Signore, nasce dall’incontro personale dell’essere umano con Dio. Può essere il risultato oppure l’inizio di un percorso difficile ma sempre accessibile a chiunque oda la Parola Dio come contenuta nella Bibbia.

Sola Scrittura

Per i protestanti la SOLA autorità riconosciuta in materia di fede è la Bibbia. Essi non riconoscono dunque nessun magistero ecclesiastico come fonte ed interpretazione della rivelazione divina. Nella Bibbia gli ebrei, Popolo di Dio, e i cristiani, innestati sulla radice d’Israele sono insieme legati a Dio sino alla fine dell’era presente. L’attuale comprensione del contenuto della Scrittura deriva dagli sforzi di tutte le chiese cristiane, nel rispetto dei loro doni e delle loro diversità. La Bibbia non viene presa in senso letterale ma è interpretata secondo le più avanzate ed affidabili ricerche esegetiche e scientifiche su di essa, sempre alla luce e nell’attesa dell’azione dello Spirito santo in coloro che vi si accostano. Non è considerata dai protestanti come una somma di dogmi da imparare o come un codice morale da mandare a memoria ma come un nutrimento vivo, come l’oggetto privilegiato ed infinitamente ricco di spunti di riflessione e come fonte di preghiera e d’ispirazione per la vita di tutti i giorni. Essa è anche il centro delle pratiche spirituali del protestante, sia di quelle individuali (preghiera quotidiana, lettura e meditazione del testo scritturale) e comunitarie (culto, canto, studio biblico, seminari, ecc.).

La libertà individuale

La libertà individuale appare al protestante come un valore fondamentale. Non è la chiesa a poter determinare ciò che si può fare o in cui si può credere. Nel protestantesimo non vi sono istituti come la “scomunica” oppure prescrizioni catechetiche di ordine etico. Questa libertà tuttavia implica che il singolo sia responsabile in modo personale della propria fede e del proprio comportamento sia nella società sia davanti a Dio. La libertà donataci in origine dal Dio di Gesù Cristo è un appello a riflettere ed a costruire le proprie convinzioni a partire dalle indicazioni e dalle possibilità offerte dalla Parola di Dio come contenuta nella Bibbia. In tutto il mondo i protestanti sostengono in maniera ferma il principio della separazione fra poteri pubblici e confessioni religiose e quello della neutralità dello stato in questioni legate alla religione.

Le chiese sono sempre chiese da riformare

Scriveva nel 1948 il teologo riformato Karl Barth: “la chiesa consiste nella riunione di quegli uomini e quelle donne che il Signore vivente Gesù Cristo sceglie e chiama per essere testimoni della vittoria che egli ha già conquistato, e araldi della sua futura manifestazione”:

Le chiese oggi radunano dunque tutti coloro che confessano come loro personale Signore il Dio di Gesù Cristo, in modo più particolare amministrando in modo fraterno ed aperto a tutti i due sacramenti del battesimo e della Cena del Signore, i soli istituiti da Gesù e dunque i soli riconosciuti. Pur essendo anch’esse delle “istituzioni” le chiese NON esercitano alcuna mediazione fra Dio e i fedeli. Si tratta di comunità umane che si evolvono senza posa al ritmo della stessa umanità, con essa soffrono e gioiscono. Proprio perché ritengono che a capo invisibile della Chiesa universale vi sia il Cristo, i protestanti sono convinti che le chiese concrete possano avere carattere di organizzazioni democratiche e di eguali, senza gerarchie, come comandatoci dal Cristo. Malgrado la presenza di tante chiese protestanti differenti e con tendenze teologiche a volte divergenti, si ritiene che ciò che le tiene unite sia la parola di Dio come contenuta nella Bibbia. Tutti i protestanti cercano Cristo e il Padre Suo a partire dalle Scritture. Questo è ciò che più conta, per loro.

Il sacerdozio universale ed il pastore

Nella Chiesa universale cristiana qualunque battezzato ha lo stesso rango, che si tratti di un laico oppure di un pastore. Questi ultimi, uomini o donne che siano, sposati o meno che siano, non sono i membri di una categoria sacra “a parte”, ma quelli la cui vocazione e la cui formazione teologica permettono di animare la comunità, di aiutarne la ricerca di fede e di sostenerla con cura nelle prove della vita. La fine di qualsivoglia classe sacerdotale dopo l’opera compiuta da Gesù Cristo fa sì che il cristiano non necessiti di un clero oppure di qualcuno che si attribuisca il potere di rimettergli le colpe o di mediare la grazia inarrestabile di Dio. Per questo il Protestantesimo ha abolito il codice di Diritto canonico e, più in generale, respinge le concezioni secondo le quali le chiese possono disporre di un ordinamento giuridico loro proprio, fatta salva la necessità laica di disporre di semplici e chiari regolamenti. Ciascuno è però responsabile in modo diretto ed immediato davanti al Dio della Grazia. Sia la testimonianza di fede sia l’impegno in questo mondo in cui Dio ci ha posti sono un DOVERE di tutti i protestanti membri delle loro innumerevoli chiese sparse nel mondo secondo nomi ed organizzazioni differenti. I protestanti non possono ritenersi né migliori né più sapienti di altri loro fratelli e sorelle. Tuttavia, testimoniano con franchezza e gioia la Buona Novella che libera l’uomo e la donna dalle proprie angoscie e che rendono pronti a servire il prossimo. In altri termini, non sono in alcun modo degli eroi, eppure ritengono che la sovranità assoluta del Dio della Bibbia, che è quello di Israele e di Gesù Cristo, debba essere affermata nella vita profana e nel concreto operare in tutti gli ambiti di questo mondo.

La Chiesa Evangelica Valdese di Dipignano

Aderisce all’Unione delle Chiese Valdesi e Metodiste www.chiesavaldese.org.

I valdesi a Dipignano non hanno mai inteso né intendono rivendicare privilegi, posti d’onore oppure disprezzare altre confessioni e fedi, con cui anzi intendono condividere la lode al Signore nell’ambito dell’attività ecumeniche con tutte le confessioni. I valdesi, vogliono contribuire – con il loro specifico punto di vista di protestanti – alla costruzione di una società moderna, laica, libera, portatrice dei valori di giustizia e di convivenza tra convinzioni diverse, in cui a tutti sia riconosciuta piena libertà di culto o anche – se lo si ritiene – la libertà di non avere nessuna convinzione religiosa.

Anche a Dipignano i valdesi offrono, come in tutta Italia, la testimonianza di un modo di concepire la fede in Gesù Cristo differente da quelle alle quali, per motivi storici, la maggioranza dei nostri concittadini è abituata.

Questo modo è quello che fu iniziato nei primi decenni del XVI secolo in Germania da Martin Lutero ed in Svizzera a Zurigo da Huldrych Zwingli e a Ginevra da Giovanni Calvino. Si tratta della Riforma protestante, una vera e propria rivoluzione nel cristianesimo che ha dato luogo alla nascita delle chiese evangeliche. Oggi esse probabilmente nel mondo contano 450 milioni di membri delle confessioni protestanti “storiche”, ossia quelle direttamente ricollegabili agli eventi iniziati nel XVI secolo, cui si devono aggiungere almeno 300 milioni di “nuovi evangelici” delle chiese evangelicali e pentecostali.

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