Una difesa non violenta è possibile

Scritto da L'informazione di Rbe il . Postato in Cominciamo bene, difesa, Disarmo, f35, Non violenza, Notizie Evangeliche

Il 4 dicembre il Parlamento ha approvato il programma ventennale da 5,4 miliardi di euro per la costruzione di una nuova portaerei, dieci pattugliatori, una nave appoggio e due piccole unità veloci da assalto. La spesa non sarà a carico del Ministero della Difesa ma di quello dello Sviluppo Economico. Il 10 dicembre è iniziata la raccolta di firme per una proposta di legge di iniziativa popolare: “Istituzione e modalità di finanziamento del Dipartimento della Difesa civile, non armata e nonviolenta”. L’iniziativa è promossa da più di 200 associazioni della società civile italiana, che vogliono dare piena attuazione alla “difesa della patria” dell’articolo 52 della Costituzione, istituendo nuove forme di Difesa civile, in coerenza con il “ripudio della guerra” dell’articolo 11.

Ne parliamo con Massimo Valpiana, giornalista, attivista, e presidente del Movimento Nonviolento Italiano.

Ascolta l’intervista

Perché questa proposta?

«Il nostro è un tentativo di uscire dalle scelte assurde che il governo ha confermato a dispetto di quello che viene annunciato. Con la spending review si fanno tagli per contenere la crisi in tutti i settori, soprattutto nella sanità, negli ammortizzatori sociali, nelle pensioni: l’unico settore che non è stato toccato è quello militare. Non parlo solo degli annunci di dimezzamento della spesa per gli F35, smentiti dai fatti, visto che il governo ha confermato in pieno l’acquisto dei caccia. Il complessivo della spesa militare è di oltre 23 miliardi, ed è uguale a quello dell’anno scorso. Grazie al rapporto Sbilanciamoci [pubblicato lo scorso 27 novembre, ndr] abbiamo scoperto che sono stati aggiunti 5 miliardi, messi in capitolato al Ministero dello Sviluppo Economico, per nuove spese nel campo della marina militare e in particolare l’acquisto di una nuova portaerei oltre la Garibaldi e la Cavour. Il giro di Mafia Capitale è di 1,3 miliardi, qui siamo a cinque volte tanto. Spese che in assoluto gridano vendetta, in particolare in una fase economica difficile per tutte le famiglie e per la società italiana. Per dare una risposta positiva i movimenti per la pace, per il disarmo e per la non violenza si sono mossi per una proposta di legge di iniziativa popolare per istituire un Dipartimento per la Difesa civile non armata non violenta. Non per spendere di più, ma per spendere meglio, cercando di spostare fondi dalla difesa armata a una vera difesa, civile, di cui c’è bisogno. Da cosa dobbiamo difenderci e con quali strumenti? I pericoli reali secondo noi sono quelli della povertà, della disoccupazione, del panorama idrogeologico italiano fragile, e così via. Ma se sono questi i problemi che dobbiamo affrontare, gli strumenti non sono gli F35, ma un potenziamento della Protezione Civile, del Servizio Civile, l’Introduzione dei corpi civili di pace».

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