Prima di tutto c’è la Parola

Scritto da Riforma.it il . Postato in Pagina Biblica

Prima della storia c’è Dio. Prima della benedizione ci sono le promesse di Dio, che sono parola di verità. Prima del­le scelte degli uomini e delle donne c’è la scelta di Dio in loro favore. Prima dei piani e dei progetti c’è la Parola di Dio

Assunta De Angelis

Testo biblico

1Gerico era ben chiusa e barricata per paura dei figli d’Israele;  nessuno ne usciva e nessuno vi entrava. 2Il SIGNORE disse a Giosuè: «Vedi, io do in tua mano Gerico, il suo re, i suoi prodi guerrieri. 3Voi tutti dunque, uomini di guerra, marciate intorno alla città, facendone il giro una volta. Così farai per sei giorni; 4e sette sacerdoti porteranno davanti all’arca sette trombe squillanti; il settimo giorno farete il giro della città sette volte, e i sacerdoti soneranno le trombe. 5E avverrà che, quand’essi soneranno a distesa il corno squillante e voi udrete il suono delle trombe, tutto il popolo lancerà un gran grido, e le mura della città crolleranno, e il popolo salirà, ciascuno diritto davanti a sé». 6Allora Giosuè, figlio di Nun, chiamò i sacerdoti e disse loro: «Prendete l’arca del patto, e sette sacerdoti portino sette trombe squillanti davanti all’arca del SIGNORE». 7Poi disse al popolo: «Andate, girate intorno alla città, e l’avanguardia preceda l’arca del SIGNORE». (…) 10Giosuè aveva dato al popolo quest’ordine: «Non gridate, fate che non si oda neppure la vostra voce e non vi esca parola di bocca, fino al giorno che io vi dirò: “Gridate! ”. Allora griderete». (…) 12Giosuè si alzò presto, e i sacerdoti presero l’arca del SIGNORE. 13I sette sacerdoti che portavano le sette trombe squillanti davanti all’arca del SIGNORE avanzavano, sonando le trombe durante la marcia. L’avanguardia le precedeva;  la retromarcia seguiva l’arca del SIGNORE;  e durante la marcia, i sacerdoti sonavano le trombe. 14Il secondo giorno girarono intorno alla città una volta, e poi tornarono all’accampamento. Così fecero per sei giorni. 15Il settimo giorno si alzarono la mattina allo spuntar dell’alba e fecero sette volte il giro della città in quella stessa maniera;  soltanto in quel giorno fecero il giro della città sette volte. 16La settima volta. come i sacerdoti sonarono le trombe, Giosuè disse al popolo: «Gridate! perché il SIGNORE vi ha dato la città».

(Giosuè 6, 1-16)

Care sorelle e cari fratelli, Gerico viene distrutta, viene conquistata, la prima grande e importante battaglia di Israele, ormai guidato da Giosuè al di là del Giordano, viene vinta quasi senza combattere. È una vittoria assoluta, una distruzione totale e a capo di questa vittoria non c’è un uomo, un condottiero, ma direttamente Dio.

Qui Dio è totalmente protagonista

Qui Dio è totalmente protagonista. Il racconto non ci dice che Giosuè si rivolge a Dio in preghiera per aiutare il popolo a sconfiggere il nemico, no, qui Dio prende l’iniziativa e assicura la vittoria. Egli farà crollare le mura di Gerico e il popolo vi entrerà vincitore. Non saranno costretti a un lungo ed estenuante assedio, non dovranno costruire complicate armi da guerra, né dovranno individuare i punti deboli della roccaforte, basterà lasciare lo spazio a Dio, confidare e ubbidire a lui e le mura crolleranno al suono delle trombe. Il risultato sarà il totale annientamento degli abitanti di Gerico, non ne rimarrà nulla, né essa verrà ricostruita. Certo al nostro orecchio questa parola crea disturbo. Saremmo più abituati oggi a una parola di pace, di riconciliazione, a un’attività e a una lotta nonviolenta. Qui, come in molte altre pagine, invece, Dio agisce per il popolo con forte violenza verso i suoi nemici. È così e noi non possiamo leggere le pagine bibliche sulla base della nostra moderna sensibilità e della nostra attuale fede e non possiamo neanche risolvere il problema discutendo se, dal punto di vista storico, questo racconto sia verosimile o meno, se cioè esso entri in contraddizione con le evidenze dei risultati degli scavi archeologici. Quello che conta è il racconto così come noi lo abbiamo, conta il messaggio che gli antichi autori hanno voluto trasmettere raccontando così la caduta di Gerico. Dobbiamo metterci in ascolto e non dobbiamo pretendere che il racconto, invece, ascolti noi; solo dopo, in un rilevante secondo momento, potremmo entrare nella storia per chiedere al Signore di donarci un ascolto nuovo che sappia dire alla fede di oggi che cosa sia necessario conservare di tali racconti. Rimaniamo, dunque, in ascolto: la storia di Giosuè è importante perché tutto ha inizio con una nuova generazione e a questa nuova generazione Dio rivolge una vocazione, un mandato, partendo da Giosuè: va e passa questo fiume Giordano, sii forte e coraggioso e non ti abbattere; a questa generazione viene ripetuta la promessa della terra, della discendenza, del futuro di benedizione. I primi capitoli di Giosuè riportano questa vocazione, questa promessa e l’inizio di una nuova storia: il passaggio del Giordano con l’edificazione di un luogo che commemori questo evento che tanto richiama alla mente il passaggio delle acque all’inizio dell’esodo. In seguito il patto viene confermato con la circoncisione della nuova generazione e la festa della Pasqua, del passaggio alla libertà. A questo punto sembra che non ci sia più spazio per parlare, adesso arrivano i fatti e il primo fatto di cui ascoltiamo la storia è proprio la promessa di Gerico e la su conquista: la prima battaglia per la terra. Ecco che Dio interviene nella storia.

Questo dice il nostro racconto. Dio interviene per cambiare la storia, per essere il protagonista della storia del suo popolo,

Questo dice il nostro racconto. Dio interviene per cambiare la storia, per essere il protagonista della storia del suo popolo, perché la promessa deve giungere a compimento, la terra deve essere conquistata, Israele si deve insediare in quello che sarà il suo territorio così come Dio ha promesso agli antichi padri e alle antiche madri. Il popolo ha bisogno della terra per la sua discendenza e perché il suo rapporto con Dio possa continuare nel patto e nell’alleanza. Israele, e Giosuè per primo, non si deve preoccupare, non deve essere in ansia perché la vittoria ci sarà, ci sarà sempre e sarà totale e indubitabile. Il popolo deve solo credere, deve permettere a Dio di essere il re, il capo, colui che scende in battaglia per giungere alla vittoria finale. Prima dell’esercito c’è l’arca dell’alleanza. Prima della storia c’è Dio. Prima della benedizione ci sono le promesse di Dio, che sono parola di verità.

Prima delle scelte degli uomini e delle donne c’è la scelta di Dio in loro favore

Prima delle scelte degli uomini e delle donne c’è la scelta di Dio in loro favore. Prima dei piani e dei progetti c’è la Parola di Dio. Così qui l’esercito di Israele con i suoi capi non deve fare alcun piano, non deve progettare nessuna strategia di conquista per abbattere Gerico: Dio sarà sufficiente, obbedire al Signore sarà l’arma della vittoria finale. Gerico sarà la primizia della terra, l’inizio della conquista di ciò che Dio ha donato, perché è Dio che dona la vittoria, che fa in modo che la storia si volga per il bene di Israele. Ci vorrà tempo ma alla fine questo popolo passerà dalla paura dell’Egitto alla costruzione del tempio a Gerusalemme. Questo ascoltiamo dalla lettura del fatto, del testo. Rimanendo in ascolto apprendiamo che Dio è il Signore della storia e che le sue promesse arrivano a compimento. Per Israele non c’è fatto, evento significativo nella sua storia in cui Dio non sia protagonista. Ora, però, davanti alle mura di Gerico ci siamo noi, c’è la nostra storia davanti a Dio. Nelle nostre Gerico, davanti a ciò che ci ostacola e che ostacola il compimento della promessa di Dio, noi siamo abituati ad alzare la voce, a gridare, ad agire, a fare programmi, progetti, a lamentarci. Cerchiamo in ogni modo la soluzione, facciamo di tutto per cercare di abbattere quelle mura, ci impegniamo, cerchiamo disponibilità, lavoriamo per risolvere, per vincere, ma non siamo in grado di decidere da soli e non stiamo ad ascoltare, soprattutto escludiamo Dio dalla storia e lo releghiamo all’ambito più privato della nostra vita. Israele girerà sette volte intorno alla città rimanendo in silenzio, attendendo l’azione di Dio e solo allora alzerà la voce per annunciare che Dio è all’opera. Noi non ce la facciamo ad aspettare Dio e vogliamo vedercela da soli. Non ci sembra possibile rimanere in silenzio davanti agli ostacoli, non ci possiamo limitare all’attesa, perché attendere, per noi, equivale a perdere tempo. Dio, spesso, invece, ci chiede di attendere, di aspettarlo e di confidare nella sua opera, di metterci da parte e di lasciare a lui la scelta dell’azione, come dirà a Giosuè: non ti abbattere e non ti sgomentare, sii forte e coraggioso, solo affidati alla mia Parola.

Davanti a Gerico devi affidarti a Dio. Questo conta nella nostra vita

Davanti a Gerico devi affidarti a Dio. Questo conta nella nostra vita e questo prendiamo dall’antico brano della storia di Gerico. Affidati a Dio, a quel Dio che è venuto in Cristo pienamente a far parte della storia, della tua propria storia personale e sociale. Tu, affidati a Dio e le mura di Gerico cadranno, la promessa si compirà, il futuro sarà un futuro di benedizione, il patto con Dio rimarrà stabile. Aspettate il Signore, davanti alla paura e all’angoscia delle responsabilità, davanti al dubbio per il futuro incerto, davanti alla città fortificata che non riuscite ad abbattere, aspettate e confidate nel Signore e la strada verrà aperta, le trombe suoneranno e le vostre grida si tramuteranno da grida di pianto a grida di esultanza. Senza di lui non riusciremo in nulla. Amen.

(Ultima di una serie di quattro meditazioni)

(29 gennaio 2014)

Preghiera

Guidaci tu nella battaglia contro il male

Signore Iddio Gerico cade sotto la tua parola, gli uomini e le donne si affidarono a essa e le mura crollarono nella battaglia di Gerico. Noi abbiamo costruito mura più alte, abbiamo edificato città impenetrabili, più forti della battaglia di Gerico. Queste mura non crollano, non riusciamo a sconfiggere il nemico, vogliamo combattere come a Gerico, ma poi veniamo sconfitti. Signore Iddio, perdona la nostra arroganza e guidaci tu nella battaglia contro il male, contro l’ingiustizia e l’arroganza del potere, contro la prepotenza e la violenza, che crollino le mura di questa Gerico e tu sarai vincitore. Amen

Bibliografia

• Jerome F. D. Creach, Giosuè, Claudiana 2012

• R. Rendtorff,Introduzione all’Antico Testamento, Claudiana 2001

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