La corsa solitaria di Samia

Scritto da redazione RBE il . Postato in immigrazione, La Corsa, migrazioni, Notizie Evangeliche, sport, Steadycam, Teatro Variabile 5

Fiammetta è magnetica. Ti tiene inchiodato a guardarla e ascoltarla. Non puoi non farti prendere dal suo pathos. Recita da anni e ha sviluppato questa grande capacitĂ . E’ brava, parecchio. Soprattutto se ti racconta una storia che è storia attuale ed è realmente accaduta. Era giĂ  brava e faceva emozionare e ridere quando era Madama Cristina in “A’ la Brua”, col Gruppo Teatro Angrogna. Ora fa parte di un gruppo teatrale amatoriale della val Pellice, Teatro variabile 5, con cui aveva giĂ  messo in scena la Tenda Viola sulla vera storia dell’operaia della Tekfor-Skf licenziata dagli stabilimenti di Villar Perosa.

Il suo ultimo spettacolo si chiama La Corsa. E’ andata in scena per la prima volta alla Civica Galleria Scroppo di Torre Pellice sabato 14 marzo. E’ un monologo, ed è interamente recitato da lei. Fiammetta Gullo è un assistente sociale in pensione ma ha recitato tutta la vita per passione non solo artistica ma anche e soprattutto civile. Ha sempre trattato argomenti di attualitĂ  e impegno. Gli spettacoli La Maciverica o Ninna Nanna della Guerra del Gruppo Teatro Angrogna degli anni ’80 hanno tenuto vivo il ricordo e la memoria delle battaglie sociali dei primi del novecento combattute in Italia come nelle Valli.

Ma ricordare le battaglie di inizio secolo o l’epopea valdese del Glorioso Rimpatrio non basta piĂą per fare un teatro d’attualitĂ , senza dover scomodare per forza l’avanguardia.
E allora quali sono i temi attuali? Guerre di religione? Fame nel mondo? Crisi? Migrazioni? Sì lo sono. Come lo sport, che è sempre d’attualitĂ .

Ascolta l’intervista a Fiammetta Gullo

Fiammetta col Teatro Variabile 5, con Andrea Salusso, suo marito che ha scritto i testi e Claudio Raimondo che le ha curato la regia, ha messo in scena uno spettacolo su questa storia vera: Samia Yusuf Omar, un’atleta somala che nel 2008, all’età di 17 anni, mentre in Somalia infuria la guerra civile tra milizie islamiche e truppe governative, corre i 200 metri alle Olimpiadi di Pechino sotto la bandiera dello sgangherato Comitato Olimpico somalo. Malgrado la pessima performance, si classifica ultima e con grande distacco dall’atleta che la precede, autorevoli giornali diranno di lei che è stato “l’esempio più alto che quelle olimpiadi hanno saputo dare” e la stampa occidentale ne parlerà come di un’eroina che in patria rischia ogni giorno la vita per affermare il diritto alla libertà. Ma gli argomenti che in occidente fanno di lei una paladina delle libertà, in Somalia sono motivo di discriminazione e, minacciata di morte, Samia deve lasciare Mogadiscio. Cerca allora, attraverso il deserto libico e il mar Mediterraneo, di raggiungere l’Italia dove spera di potersi finalmente allenare, correre e magari anche vincere.

La Storia è forte, vera, ti prende allo stomaco perchè ti parla del presente e dei problemi che affliggono parti del mondo flagellate da guerre e cambiamenti violenti. Lo spettacolo è semplice ma Fiammetta ti tiene per lo stomaco e il cuore per un’ora e mezza. Anche perchè è scritto bene, senza retorica, con ritmo e basato su fonti di spessore: articoli di Teresa Krug, il romanzo di Giuseppe Catozzella, Non dirmi che hai paura edito da Feltrinelli, su documenti, reportage giornalistici e testimonianze.

La prima è andata bene con una quarantina di spettatori attenti e soddisfatti che hanno tributato a lei e a Samia cinque minuti di applausi. E la catarsi aristotelica, in questo caso, funziona.

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