Il movimento ecumenico: Si poteva fare di più – Rio+20

Scritto da Fcei il . Postato in Notizie Evangeliche

Roma (NEV), 27 giugno 2012 - Un'occasione persa: questa in sostanza la reazione delle chiese cristiane al documento finale della Conferenza delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile "Rio+20" (20-22 giugno). Un vero e proprio coro di critiche è giunto dalle organizzazioni ecclesiastiche ed ecumeniche di tutto il mondo, a cominciare dal Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) che era presente a Rio de Janiero con una sua delegazione. Per il capodelegazione del CEC, Guillermo Kerber, il documento finale di Rio+20 "non è uno strumento effettivo di cambiamento": "Non mette in evidenza l'urgenza che c'è rispetto alle minacce per la vita sulla terra come invece sostenuto dalla comunità scientifica. Non ha aggiornato gli impegni precedentemente presi dalla comunità internazionale, e in particolare quelli della Convenzione di Rio del 1992 sulla biodiversità, la desertificazione e il cambiamento climatico. Non ci sono nuovi e concreti impegni per il futuro". Per Kerber il Rio+20 ha giocato al ribasso accordandosi sul minimo denominatore comune, e tutto a scapito del pianeta, dei poveri e dei più vulnerabili. Un documento reputato "troppo cauto", che usa argomenti come la crisi finanziaria ed economica mondiale per spiegare la mancata ambizione dello stesso: "dal punto di vista del CEC sono argomenti inaccettabili" chiosa Kerber. Sul fronte della metodologia è invece stato deplorato il progressivo allontanamento tra le organizzazioni internazionali governative e la società civile compreso le comunità religiose, che pure hanno un contributo da dare sul fronte della riflessione della dimensione spirituale ed etica.Sulla stessa linea organismi come la Ecumenical Advocacy Alliance (EAA) e Action by Churches Togheter (ACT-Alliance), e numerose chiese nazionali, che deplorano la mancanza di un piano d'azione chiaro con scadenze da rispettare. Attenzione tuttavia a non buttare il bambino insieme all'acqua sporca, dice Antonella Visintin, coordinatrice della Commissione globalizzazione e ambiente (GLAM) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI): "Ci associamo al Consiglio ecumenico nella dura critica ai Governi del mondo, ma teniamo anche a sottolineare alcuni punti di convergenza tra i governi a nostro avviso tutt'altro che scontati, come ad esempio quello riferito al ruolo delle donne. Il fatto che ora in un documento internazionale sia scritto che lo sviluppo sostenibile non può prescindere dall'autonomizzazione delle donne è molto importante". (Per la posizione della GLAM vedi notizia successiva).

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