Il 17 febbraio dei valdesi di Calabria nelle Valli Valdesi

Scritto da Anna Maria Micalizzi il . Postato in Blog, Comunità, XV Circuito, XVII Febbraio

A CURA DEL XV CIRCUITO  E DEL CENTRO GIAN LUIGI PASCALE

monviso

  Storica presenza dei Valdesi di Calabria per la solenne festa del 17 febbraio 2013 a Pinerolo. Questa festa delle Valli valdesi ricorda la concessione, il 17 febbraio del 1848 delle “Lettere Patenti”, con le quali, dopo cinque secoli di persecuzione, a Valdesi ed Ebrei, sono stati riconosciuti dal re Carlo Alberto, i diritti civili e politici.

  Dopo il lungo viaggio, accolti il 15 febbraio, dallo spettacolo mozzafiato delle Alpi Cozie innevate e dal Monviso che guarda a Nord le Valli, i Valdesi di Messina, Catanzaro, Cosenza e Dipignano hanno portato su nelle Valli, un gruppo di “guardiole” con la “tramontana” il ricco costume femminile di Guardia Piemontese, dove è presente un laboratorio del cucito, animato da Tina Tundis e dalla coordinatrice del centro G.L.Pascale Beatrice Grill, che opera per mantenerne in vita la tradizione.

  Dopo la visita del centro antico di Pinerolo, coi suoi palazzi medioevali, i portici e le chiese, il gruppo calabrese ha raggiunto giorno 16, il quartiere valdese di Torre Pellice (1500 m. s.l.m.), la Ginevra d’Italia, che è gemellata con Guardia Piemontese, visitando con Davide Rosso, presidente del Concistoro, la Foresteria valdese e dietro il monumento ad Arnaud, la Casa valdese con gli uffici della Tavola, la biblioteca e l’Aula Sinodale affrescata da Paolo Paschetto; e ancora il Tempio valdese e di fronte a questo, il Collegio, l’unico liceo protestante (1835) in Italia.

  Dopo il pranzo, l’escursione nella Val d’Angrogna, coi borghi dai tetti in lose, la pietra nera di granito di Luserna, per un ripasso della storia e della vita valdese.

A Serre (847 m.), la visita al Museo della Donna valdese, una sosta davanti al menhir sul campo foraneo del Chanforàn, dove si è decisa l’adesione (1532) alla Riforma di Lutero. Uno sguardo alla scuoletta Beckwhith (Odin) e poi, passando tra i castagni, l’arrivo dentro alla grotta della “Ghieisa d’ela tana”, luogo di culto dei Valdesi in clandestinità.

  Ritornati a Torre, è seguita la visita, guidata sempre da Sandro Bellion, al Museo valdese (1989), la cena in Foresteria e la successiva partecipazione, verso le nove, presso Cantalupa, all’accensione del falò. Le fascine, attorno ad un palo centrale si sono consumate dall’alto verso il basso, ed hanno ricordato come i Valdesi perseguitati comunicarono, nel 1848, da Valle a Valle, coi falò, la concessione dei diritti. Dopo i discorsi delle Autorità civili e religiose e i canti della Corale della Chiesa valdese di Pinerolo, intorno al falò è stato intonato il “Giuro di Sibaud” ed è stata festa grande, tra vin brulè e balli al suono della ghironda.

  Domenica 17, nel Tempio di Pinerolo, per il Culto c’era tutta la comunità civile, a lodare con gli Inni ed ascoltare la Parola del Signore. Tante le donne con al collo la Croce ugonotta, lo scialle tenuto dalla spilla, il grembiale e la speciale cuffia bianca, ricca sul davanti di mille piegoline. Alla Liturgia, presieduta dai Pastori Gianni Genre e Marco Gisola, dopo la Confessione, la lettura del Salmo 90 della Bibbia, l’attesa e  dotta Predicazione dello storico, Pastore Giorgio Tourn, sulla fragilità della condizione umana, la libera sapienza del servire gli altri, sorretta dalla fede futura che fa invocare: Torna, Signore. Dopo la Santa Cena col pane e il vino, la Raccolta delle offerte per la Chiesa valdese del Rio de la Plata, il commovente Inno 354 (Giuro di Sibaud) e la Benedizione cantata, è seguita, 190 persone hanno partecipato, sempre nel Tempio, all’Agape fraterna.

  Alle 15,30, è andata in scena la prima teatrale di “Per via invisibile”, con la regia di Vittorio Aime e i testi, Pierfrancesco Gili, tratti da 200 Lettere, che testimoniano, tra l’8 settembre del 1943 e la Liberazione, la vicenda civile, straordinaria, della famiglia Diena. A seguire, la cena, ricca dei piatti tradizionali delle Valli, offerta agli ospiti calabresi, che la mattina del 18 sono tornati in Calabria, pensando già alla realizzazione della proposta avanzata durante il Culto, dal rappresentante dell’Amministrazione di Guardia Piemontese di un Convegno tra le diverse Chiese e le Chiese diverse.

   Ospitali e solidali, ma oltremodo discreti nel dimostrarlo, dopo otto secoli, i Valdesi, che ci hanno accolti e che restano saldi nella difesa dell’identità storica ed etica, sono la coscienza critica degli Italiani. Per noi Valdesi di Calabria,  l’occasione per conoscere le Valli valdesi e il “popolo-chiesa” è stata una crescita comunitaria unica e speciale ed è stata la prova della sacralità dei diritti e della libertà che aleggia sulle Valli piemontesi.

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