Chiesa luterana Giordania e Terra santa, Consiglio delle chiese USA, CEC – Appelli per Gaza

Scritto da Fcei il . Postato in Notizie Evangeliche

Roma (NEV), 23 luglio 2014 - “Nel mezzo dei bombardamenti, del pianto di madri e bambini, delle sirene delle ambulanze che trasportano persone che vivono nella paura più assoluta, leviamo la nostra voce a Dio”. Inizia con queste parole, che riecheggiano il Salmo 86, l'appello della Chiesa evangelica luterana in Giordania e Terra santa per l'immediata cessazione delle ostilità a Gaza. Lanciato poco prima dell'attacco di terra delle truppe israeliane, l'appello si rivolge a tutte le persone di buona volontà affinché “alzino la loro voce” per creare “speranza in una situazione disperata”. “Israeliani e palestinesi hanno bisogno di pace, giustizia e dignità, non di vendetta e spargimento di sangue”, si legge nel documento firmato dal vescovo Munib Younan che, oltre a rappresentare la chiesa di Giordania e Terra santa, è presidente della Federazione luterana mondiale (FLM). Nel testo Younan condanna “nel modo più forte e inequivocabile tanto il lancio di missili di Hamas contro obbiettivi civili israeliani, quanto il sanguinoso bombardamento di Gaza da parte dell'esercito israeliano”. Nella convinzione che lo stallo politico tra Israele e Palestina non possa essere risolto militarmente e nella tradizione di una chiesa che ha sempre sostenuto la lotta non violenta,  il documento ribadisce la posizione dei luterani di Giordania e Terra santa in sei punti: l'immediata cessazione delle ostilità; la ripresa dei negoziati di pace per la creazione di due stati secondo i confini del 1967; la fine del blocco di Gaza; un urgente intervento umanitario, soprattutto per ripristinare le infrastrutture sanitarie; il sostegno alla cooperazione e al dialogo interreligioso; la richiesta del sostegno della comunità cristiana internazionale per assistere i profughi e coloro che sono stati in vari modi colpiti dalla violenza, e per favorire lo sviluppo anche economico del popolo palestinese. “In questo momento in cui tutto il Medio Oriente ribolle, non lasciateci soli. Abbiamo bisogno della vostra voce profetica affinché la pace costruita sulla giustizia e la riconciliazione costruita sul perdono prevalgano”, ha concluso Younan.Gaza/2. Appello del Consiglio delle chiese USA e del CEC per l'immediato cessate il fuocoRoma (NEV), 23 luglio 2014 - Il presidente del Consiglio nazionale delle chiese cristiane degli Stati Uniti (NCCCUSA) Jim Winkler, ha espresso disappunto e profonda tristezza per l'invasione di Gaza da parte di truppe di terra israeliane. Dopo avere con forza condannato l'uso della violenza da entrambe le parti, in un comunicato stampa dello scorso 18 luglio, Winkler ha dichiarato: “Né l'invasione israeliana di Gaza né il lancio di missili contro Israele porteranno alcuna soluzione al conflitto. Questa spirale di violenza va spezzata. Tuttavia, appare chiaro che nessuna delle due parti possiede il coraggio, la fede o l'immaginazione necessari per imprimere una svolta positiva e pacifica al conflitto. Troppi palestinesi e troppi israeliani sono prigionieri della logica controproducente per cui la violenza va affrontata con altra violenza per garantire la sicurezza futura. Continuo a pregare affinché la Parola di Dio venga ascoltata in una terra che consideriamo santa, e che la pace di Dio alla fine prevalga”.Un appello per l'immediato cessate il fuoco è giunto anche dal Consiglio ecumenico delle chiese (CEC). In un comunicato stampa dello scorso 22 luglio, il segretario generale del CEC, pastore Olav Fykse Tveit ha espresso profondo dolore per “la devastazione umana” in atto sui due fronti, sottolineando “il numero sproporzionato di vittime civili palestinesi, incluse donne e bambini”. Tveit ha richiamato entrambe le parti “ad attenersi agli obblighi definiti dalle leggi umanitarie e sui diritti umani”. La pace in Palestina e Israele, ha concluso Tveit, “giungerà solo attraverso il ristabilimento della compassione tra esseri umani, la ricerca di un cammino comune verso la giustizia e la pace, e la creazione di solide basi affinché le future generazioni di israeliani e palestinesi possano vivere fianco a fianco in pace”.Il NCCCUSA e il CEC sostengono entrambi la ripresa dei colloqui di pace in vista della costituzione di due nazioni, la fine del blocco di Gaza, e la possibilità di azione immediata per gli aiuti umanitari alla popolazione di Gaza.

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