Aperte nuove prospettive di lavoro dopo il Convegno FCEI a Milano – Libertà religiosa

Scritto da Fcei il . Postato in Notizie Evangeliche

Roma (NEV), 27 marzo 2013 - "Libertà religiosa nella società multiculturale e nello Stato laico": con questo titolo si è svolto lo scorso 22 marzo a Milano il Convegno di studi organizzato dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) in collaborazione con la Commissione delle chiese evangeliche per i rapporti con lo Stato (CCERS) e il Centro culturale protestante di Milano. Molta soddisfazione è stata espressa, a conclusione dei lavori che hanno visto a confronto giuristi, esponenti religiosi e politici, dal presidente della FCEI, il pastore Massimo Aquilante. I lavori erano incentrati sulla situazione lombarda, dove da sette anni una legge regionale impedisce o limita gravemente l'edilizia di culto di comunità non cattoliche. Il convegno si è sviluppato su diversi piani: uno strettamente giuridico nel quale diversi esperti, sia pure con linguaggi e motivazione diversificate, hanno condiviso l’idea che la normativa lombarda in materia di locali di culto mostra aspetti di evidente incostituzionalità. Come ha affermato Alberto Fossati, docente dell’Università Cattolica Sacro Cuore di Milano, le norme determinano un “eccesso di potere per sviamento che, utilizzando lo strumento improprio delle destinazione d’uso degli immobili, finisce per limitare o negare un diritto fondamentale”. Del resto sin da quando è stata concepita, la norma che vieta la modifica di destinazione d’uso per locali che si vorrebbero adibire al culto, è stata definita “taglia moschee”, esplicitando l’intenzione di utilizzare un cavillo giuridico per eliminare o allontanare presenze religiose giudicate indesiderate. Alla prova dei fatti – è emerso nel Convegno – il comma “taglia moschee” ha funzionato altrettanto bene per altre comunità di fede, prime tra tutte le chiese evangeliche che stanno subendo gli effetti della norma, forse ancor più dei centri islamici.Se questo è stato il piano dell’analisi giuridica, l’altro filone di interventi è stato quello del "che fare?". Benché invitate, le rappresentanze della maggioranza politica che governava e governa la Regione Lombardia non hanno partecipato al convegno. Le uniche voci presenti erano quindi di rappresentanti della minoranza politica che hanno confermato il loro impegno ad agire per contrastare il clima di intolleranza religiosa che si registra in alcune amministrazioni e per correggere la norma sui luoghi di culto. “Tuttavia – ha affermato Sara Valmaggi, consigliera regionale della Lombardia – non è battaglia che si vince da soli. Deve esserci un grande concorso di forze e di impegno”.Un’indicazione raccolta in sede di conclusioni è quella di creare un Comitato per la libertà religiosa in Lombardia, una rete agile di soggetti che denuncino le violazioni e le limitazioni della libertà religiosa e che sia pronta anche a ricorrere a vie legali. “A volte i tribunali ci daranno ragione altre no, ma ciò che importa è che il tema resti con forza nel dibattito pubblico, anche regionale – ha affermato Paolo Naso, politologo e coordinatore della Commissione studi della FCEI, al quale sono state affidate le conclusioni del convegno –. Quello della libertà religiosa non è un tema di parte, non è leghista né antilegista, né statalista né federalista. E’ un tema universale che attraversa tutte le culture e tutte le fedi. Avremo vinto solo quando questo valore fondamentale sarà senso comune”.

Tags:

Scrivi il tuo commento...
(Devi inserire Nome e E-mail)

8x1000