16 ottobre 1943: il presidente Aquilante scrive al rabbino capo e al sindaco di Roma – Memoria/1

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Roma (NEV), 16 ottobre 2013 - In occasione della ricorrenza del rastrellamento degli ebrei romani del 16 ottobre 1943, il presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), pastore Massimo Aquilante, ha scritto al rabbino capo della comunità ebraica di Roma Riccardo Di Segni, e al Sindaco della Capitale Ignazio Marino.“Scrivo a Lei, rabbino Di Segni, in quanto guida spirituale della comunità ebraica di Roma – si legge – ed a Lei, signor Sindaco, come primo cittadino di una città che 70 anni fa pagò un prezzo altissimo alla barbarie dell’antisemitismo e della Shoah. Gli oltre mille ebrei allora deportati erano italiani e cittadini romani e la memoria di quella tragedia appartiene certamente alla comunità ebraica ma anche alla città e all’Italia intera. A nome della Federazione delle chiese evangeliche sento oggi il dovere di esprimervi, nelle vostre diverse funzioni, il sentimento di vicinanza dei protestanti italiani nel momento in cui si fa memoria di questa data. Al tempo stesso – prosegue Aquilante – sento che il nostro dovere alla memoria di ieri ci impegna a opporci alle violenze di oggi, che così spesso vengono condotte nel nome dell’antisemitismo, del razzismo, dell’intolleranza per chiunque sia o appaia diverso.Come evangelici crediamo infatti che per curare le ferite dolorose di un passato ancora prossimo le istituzioni e la società italiana si debbano impegnare in un rigoroso e oneroso percorso di ricostruzione della memoria della Shoah e di contrasto di tutte le espressioni di intolleranza religiosa o etnica nei confronti di presenze sempre più visibili e rilevanti per la nostra comunità nazionale".  Memoria/2. Bernardini scrive a Gattegna per i 70 anni della razzia degli ebrei di RomaRoma (NEV), 16 ottobre 2013 - "In una data che chiunque abbia memoria storica, senso della democrazia e rispetto per la vita associa alla deportazione degli ebrei romani e quindi alla tragedia della Shoah, voglio esprimere la simpatia e l'affetto della Chiesa valdese nei confronti dell'intera comunità ebraica nel giorno in cui essa commemora tante vittime innocenti". E' quanto si legge in una lettera a firma del moderatore della Tavola valdese, pastore Eugenio Bernardini, a Renzo Gattegna, presidente dell'Unione delle comunità ebraiche italiane (UCEI), inviata oggi, a 70 anni da quel 16 ottobre 1943, che vide il rastrellamento di oltre mille ebrei destinati ai campi di sterminio.Bernardini ha quindi aggiunto che il "sentimento di vicinanza alla comunità ebraica è tanto più vivo mentre scoppia una infondata polemica sui funerali di un gerarca nazista, responsabile diretto della morte di centinaia di italiani e di ebrei. L'umana pietas non ci può infatti esimere – si legge ancora nella lettera – dal ribadire un inappellabile giudizio storico e umano sul complice convinto e orgoglioso di un piano di sterminio di massa, mai pentito e sempre pronto a rivendicare le ragioni del suo ruolo e delle sue decisioni nel tragico episodio delle Fosse ardeatine". Infine, il moderatore si dice colpito e addolorato dal fatto che "le esequie di un criminale di guerra abbiano offerto visibilità a individui e forze che, per quanto sparute, minacciano i valori fondamentali della nostra convivenza democratica e offendono la memoria ebraica e nazionale".Oggi anche la chiesa valdese di Cerignola (FG), insieme all'Associazione Casa Di Vittorio e alle scuole della città, hanno voluto ricordare quella ricorrenza, ribadendo l'importanza della cultura della memoria e invitando la cittadinanza a "riflettere sul significato di quanto è accaduto settanta anni fa, sulle cause e sulle conseguenze per mantenere vivi i valori della Costituzione Repubblicana e resistere alla deriva di distruzione della cultura civica che il nostro paese sta vivendo". Da alcuni anni la chiesa valdese e l'Associazione Casa Di Vittorio a Cerignola sono impegnate in un’opera di sensibilizzazione e formazione in collaborazione con le scuole del territorio sul tema della memoria, della storia della Shoah e della seconda guerra mondiale. Smentita. La Chiesa luterana: No ai funerali di Erich PriebkeRoma (NEV), 16 ottobre 2013 - Con un comunicato congiunto il pastore Holger Milkau, decano della Chiesa evangelica luterana in Italia (CELI), e Jens-Martin Kruse, pastore della comunità luterana di Roma, ieri hanno smentito in modo categorico la notizia apparsa su alcuni media in merito al possibile svolgimento dei funerali del criminale nazista Erich Priebke presso la chiesa luterana di via Sicilia a Roma. Esprimendo "stupore, sconcerto e fastidio" per quanto avanzato da alcuni organi di informazione, hanno dichiarato: "E’ un’ipotesi totalmente falsa e relativa a una possibilità che mai è stata presa in considerazione dalla Chiesa evangelica luterana in Italia. Né da qualsiasi suo pastore, né da qualsiasi suo rappresentante. Né a Roma, né in qualsiasi altra delle nostre comunità in Italia". Milkau e Kruse hanno poi aggiunto: "Ci addolora che tale ipotesi, pur priva di alcun fondamento, ha comprensibilmente allarmato e sconcertato le altre confessioni e religioni con cui da sempre abbiamo solide relazioni ecumeniche, a partire dai nostri fratelli delle comunità ebraiche in Italia cui indirizziamo la nostra più totale partecipazione al dolore che le cronache degli ultimi giorni stanno ancora una volta determinando in loro”.Piena e fraterna solidarietà per questo incidente mediatico è stata espressa ai due luterani e alla CELI tutta dal presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), pastore Massimo Aquilante, che con loro ha condiviso “stupore, sconcerto e fastidio” per l'incresciosa vicenda.

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