Il Lutherdenkmal di Worms

Scritto da Eugenio Presta il . Postato in Argomenti

Il Lutherdenkmal o Monumento a ‘Lutero’

Worms, Germania, AD. 1521.

Frate Martino Lutero, un anonimo frate di provincia, è convocato dall’imperatore alla sua dieta.  Vicino a lui il principe Federico di Sassonia (il Saggio) il principe che gli diede protezione. Alla domanda che gli chiede se è pronto a ritrattare le dottrine che diffondeva attraverso i suoi scritti, le predicazioni e le lezioni all’università, lui risponde:

«A meno che non venga convinto da testimonianze delle scritture o da ragioni evidenti; poiché non confido né nel Papa, né nel solo Concilio, poiché è certo che essi hanno spesso errato e contraddetto loro stessi. Sono tenuto saldo dalle scritture da me addotte, e la mia coscienza è prigioniera dalla parola di Dio, ed io non posso né voglio revocare alcunché, vedendo che non è sicuro o giusto agire contro la coscienza e contro Dio. Dio mi aiuti. Amen.»

Il grande “NO” era pronunciato!

Il nunzio papale alla Dieta, propone e stila il famoso editto di Worms, nel quale Lutero venne denunciato e dichiarato fuorilegge; automaticamente si ritrova anche sotto la scomunica papale. E’ vietata la lettura o il possesso dei suoi scritti. Si permette a chiunque di ucciderlo senza subire conseguenze legali. Nonostante l’accordo che garantisce a Lutero un ritorno sicuro con il lasciapassare imperiale ottenuto in precedenza da Federico il Saggio, è chiaro che sarebbe stato presto arrestato o ucciso da qualche esaltato. Per proteggerlo, il Principe Federico finge un rapimento sulla via del ritorno e lo nasconde nel Castello di Wartburg.

Durante questo periodo di “latitanza” a Wartburg, Lutero traduce la Bibbia in tedesco, iniziando col Nuovo Testamento ed utilizzando direttamente la versione tradotta in latino dal greco da Erasmo. La Bibbia in tedesco tradotta da Lutero è il primo testo che diffonderà l’Evangelo nei paesi di lingua tedesca, è anche il primo testo in volgare a cui la stessa lingua tedesca moderna farà riferimento per strutturarsi letterariamente.

Worms, oggi: 

ecco un complesso monumentale: il Lutherdenkmal o Monumento a Lutero comunemente detto. Meglio dire Monumento alla Riforma perché non c’è solo Lutero come vedremo tra poco.

Se i monumenti si costruiscono alla memoria, vediamo perché i luterani dell’800 lo hanno costruito così e quale memoria hanno voluto onorare.

Al centro e più in alto di tutti troviamo Lutero. Egli è rappresentato come “il principio”, cioè l’inizio del movimento riformatore o il culmine. Il punto d’arrivo o di partenza di un comune sentire che già da secoli era vivo nella società dell’epoca? Cioè, cosa c’è prima di Lutero e cosa viene dopo di lui?

Vediamo!

Sola Scriptura” sembra dire questo dottore teologo dall’alto di questo enorme piedistallo da cui, coi piedi ben piantati sopra la sua base, sovrasta tutta la piazza. Il suo pugno chiuso batte sulla Bibbia da lui tradotta nel linguaggio comune di tutti i giorni. Egli ha dato così la possibilità a tutti di leggere e comprendere la Parola, senza passare per le interpretazioni ufficiali dei concili della chiesa, o per la tradizione e i dogmi imposti dai vari papi nei secoli. Niente più mediazioni. Esiste Dio ed esiste l’uomo. Il loro rapporto è governato dalla fede, trasmessaci mediante la Sacra Scrittura, che agisce direttamente sulla coscienza individuale del credente. Punto. Fine della storia.

Sola Gratia, sola Fide, sola Scriptura. Cioè solo attraverso queste tre cose si può giungere alla cosa più importante: Solus Christus, colui che ci riscatta, il solo che ci fa da mediatore con il Padre, che ci libera dal peccato. Soli Deo Gloria! Solo a Dio la Gloria. La Riforma esaltò l’insegnamento scritturale della sovranità di Dio su ogni aspetto della vita del credente. Tutta la vita deve essere vissuta per la gloria di Dio.

Questo è il motto di Lutero che è ancora quello ufficiale dell’attuale chiesa luterana, ma anche delle altre chiese riformate.

Il culmine, il punto d’arrivo e contemporaneamente di partenza, abbiamo detto che è Lutero, in alto al centro sul monumento. Ma ai quattro angoli della base del piedistallo vediamo dei personaggi che insieme costituiscono il gruppo centrale. Personaggi che precedono Lutero, e che incarnano un comune sentire che permane nei secoli in tutta Europa e che poi si cristallizza nella figura di Lutero stesso.

In ordine di tempo andando a ritroso, il primo è Savonarola, fiorentino di adozione. Arso al rogo appena una ventina di anni prima della vicenda di Lutero a Worms.

Frate domenicano, sulla sua “vocazione” influisce la percezione di una forte decadenza dei costumi della chiesa dell’epoca e perciò ne diventa un critico tagliente.

Nella Firenze di Lorenzo de’ Medici è il priore del convento di San Marco. Firenze era allora la capitale culturale della penisola, il cuore d’Italia, come la definisce Savonarola stesso. Il Rinascimento Italiano aveva qui la sua massima espressione, e da qui si espandeva in tutta Europa.

Nel 1492 Lorenzo de’ Medici muore e la città poco tempo dopo proclama la Repubblica, approfittando della debolezza politica del suo successore Piero de’ Medici. Nel neonato comune ora indipendente, nascono ben presto varie fazioni politiche: si forma anche una fazione che simpatizza per il frate. Il gioco politico, alla fine travolge e indebolisce sia Savonarola che la repubblica di Firenze. Scomunicato nel 1497, al rientro dei Medici, nel 1498 viene impiccato e poi arso in Piazza della Signoria.

Gli interpreti dell‘800 hanno voluto collegare il tentativo di Riforma “italiana” di Savonarola, nella chiesa fiorentina del Rinascimento, con la Riforma tedesca, ma non vi sonoanalogie teologiche. Il collegamento è solo politico visto che il movimento creato dal frate si contrappose alla chiesa ufficiale e al regno temporale di Roma.

Proseguendo coi nostri personaggi, ci spostiamo a Praga, nel cuore dell’Europa. Andiamo a ritroso ancora di una 90ina di anni. Questa volta sul rogo c’è il teologo Johann Hus, che aveva fondato il movimento dei Poveri Frati Hussiti.

Hus si laurea nel 1395. Si forma assimilando le opere di Wyclif, il precursore culturale e teologico più importante della PreRiforma. Ottiene la cattedra di filosofia e nel 1400 viene ordinato sacerdote. Nei primi anni Hus, nelle sue prediche, si limita a insegnare le Scritture, ma in breve tempo comincia a scagliarsi contro i corrotti costumi ecclesiastici.

Quando Hus perde l’appoggio di re Venceslao di Boemia, interessato a usufruire delle entrate derivati dalla vendita delle indulgenze, il Concilio di Costanza lo scomunica nel 1414 e gli ordina di raggiungere la città, con la garanzia dell’incolumità. Invece Hus viene arrestato e processato.

Al contrario di Lutero, Hus commette l’errore di presentarsi dal papa al concilio, dal quale non uscirà vivo. Lutero, invece, memore di questa vicenda, e trovandosi in una situazione analoga, 100 anni dopo, non andrà a Roma per presentarsi al papa, ma con l’aiuto del Principe Federico sarà processato a Worms.

Ad Hus si contesta un elenco di 30 accuse che vertono sostanzialmente sui temi della predestinazione e del rifiuto dell’investitura divina del papa come successore di Pietro e vicario di Cristo. Nei sui scritti Hus afferma che:

  •  Il potere temporale dei papi trae origine dal potere di Cesare e l’istituzione papale proviene direttamente dal potere imperiale di Cesare.
  • L’obbedienza ecclesiastica non è biblica, ma è invenzione dei preti, che prescinde da ogni esplicito comandamento della Scrittura.

Hus afferma che il famoso «Tu es Petrus (Mt, cap16, 18-19)», come sosteneva già sant’Agostino, significa: edificherò la mia chiesa sopra ciò che è stato confessato da Pietro (quindi sulla fede di Pietro non sulla persona). Infatti a Pietro non fu detto “Tu sei la pietra” ma “Tu sei Pietro” cioè la persona nuova e rinata in Cristo; Simone diventa Pietro perché crede e si affida a Cristo. «La pietra è invece il Cristo confessato da Simone». Gesù non incorona Simone facendolo diventare Pietro sul trono vaticano cioè conferendogli un’investitura divina, e cambiandogli nome, come usano fare i papi ancora oggi, che cambiano nome una volta eletti, ma Simone diventa Pietro nel confessare la propria fede in Cristo.

Arso sul rogo Hus, il movimento hussita assume un carattere insurrezionale. Nel 1419 il movimento è artefice della prima delle famose defenestrazioni di Praga.

Nel 1420 muore re Venceslao di Boemia e il papa approfitta della vacanza del trono per scomunicare gli hussiti e per promuovere una crociata contro di loro. Si scatenano le famose Guerre hussite, che dureranno 14 anni.

I profughi valdesi in Boemia nel 1467 si uniranno agli ussiti fondendosi nell’Unitas Fratrum, l’Unione dei fratelli boemi-moravi. I valdesi delle valli e della Francia diranno di non essere più soli e aderiranno poi insieme alla Riforma del XVI secolo. Tutta la letteratura medioevale valdese non è altro che la traduzione in provenzale dei trattati hussiti.

Penultimo personaggio di cui abbiamo già un po’ accennato: John Wyclif. Siamo nel ‘300 e ci spostiamo ancora indietro quindi di una 70ina d’anni.

Wyclif è dottore in teologia ad Oxford. Come dicevamo prima, si afferma come il più importante precursore della Riforma prima di Lutero. Infatti possiamo considerare Wyclif come maestro di Hus, in quanto quest’ultimo si forma sui suoi scritti. A partire da W. l’Inghilterra compierà il passo verso la propria Riforma autonoma che porterà alla chiesa anglicana indipendente dalla Riforma di Lutero e Calvino, ma non per questo dissimile nella teologia.

Nel 1379 Wyclif ripudia il dogma della transustanziazione nell’eucaristia, dichiara la Bibbia unica fonte di autorità religiosa e morale e si scaglia contro la pratica del commercio delle indulgenze, filo conduttore come causa scatenante della protesta.

Wyclif compie un’opera importantissima: traduce la Bibbia in inglese perché sostiene la necessità di una lettura e interpretazione personale delle Scritture.

La condanna di Wyclif per eresia viene pronunciata postuma alla sua morte naturale, al Concilio di Costanza del 1414 insieme con Hus. Nel 1428, il suo corpo viene riesumato e bruciato sul rogo e le ceneri sparse nel fiume Swift.

L’autorità della Chiesa, secondo Wyclif, deriva unicamente dalla grazia, perciò il clero, se non si mantiene in stato di grazia, può anche essere privato del diritto dei propri beni per ordine del potere civile. Per Wyclif è il messaggio della Bibbia, l’unica autorità costituita.

Rifiuta perciò indulgenze, messe in suffragio dei morti, culto dei santi e delle reliquie, pellegrinaggi ex voto, e cresima perché tutte sono senza alcun fondamento biblico.

E’ il primo che afferma tutto questo. Oggi noi, dopo tutti questi secoli, dopo Lutero, Calvino e Barth, affermiamo le stesse cose.

Ultimo personaggio: ci spostiamo ancora indietro di circa 150 anni. Valdo da Lione (in latino Valdesius, o Valdès in provenzale). Siamo nel 1174.

La sua vicenda si inserisce in un contesto che intorno all’XI sec. vede sorgere la disputa per la predicazione dei laici. Da questa disputa nasceranno nel tempo le vicende dei personaggi e dei movimenti di cui abbiamo parlato finora. E’ una disputa cioè che riguarda la libertà per tutti, uomini e donne, di poter leggere e predicare l’Evangelo. I valdesi sono i primi anche in questo. Cioè affermano che l’Evangelo è di tutti, ma proprio di tutti, anche dell’altra “metà del cielo”, delle donne appunto. Gli uomini e le donne dei primi valdesi leggono e predicano allo stesso modo l’Evangelo in maniera itinerante come gli apostoli.

Si rivendica insomma il diritto di chiunque a predicare, fino ad allora unica prerogativa del clero e della chiesa ufficiale.

Vasti movimenti popolari di opinione lottano contro una chiesa simoniaca e corrotta, che si arricchisce a scapito della povera gente. La stessa chiesa che in tutti i secoli del Medioevo a partire da Carlo Magno (‘800 d.C.), è divenuta struttura istituzionale dell’Impero, organizzata in veri e propri vassallati, con a capo i vescovi, i quali svolgono un ruolo di presidio di potere nonché di mediazione culturale e ideologica di massa. In questi secoli non esiste nessun’altra istituzione che regge lo stato. L’Europa è governata dalla struttura della chiesa romana organizzata sul modello dell’antico Impero dei Cesari.

Questa chiesa “feudale” è fortemente carente nella cura delle anime. Chierici e monaci sono fortemente ignoranti riguardo alle scritture, a volte anche analfabeti.

Sono forniti di una serie di strumenti per la predicazione, cioè di raccolte di testi già composti in latino da mandare giù a memoria che devono semplicemente volgarizzare nella lingua che il popolo comprende visto che ormai il latino nessuno lo parla.

Nella predicazione non vi sono riferimenti biblici o contenuti teologici. Si tratta di una serie di precetti morali e di regole comportamentali alle quali il buon cristiano deve attenersi.

Le prediche sono l’unico mezzo di comunicazione di massa, e servono a plasmare e influenzare la pubblica opinione o meglio le menti di contadini ignoranti e superstiziosi.

Intere popolazioni del centro Italia ma soprattutto del sud sono lasciate in balia di una religiosità del tutto pagana, nella quale superstizioni e credenze popolari non hanno nulla a che fare con gli evangeli e Gesù Cristo.

I Gesuiti nel XVII secolo chiameranno il nostro Sud “Indie d’Italia”, cioè una terra da civilizzare prima ancora che da cristianizzare cattolicamente con la forza.

Nel secolo XII, si viene a creare così un nuovo clima culturale, prima ancora che spirituale, nella quale la diffusione di versioni in lingua volgare della Sacra Scrittura e di testi sacri pone le basi di una nuova cultura religiosa. I laici si intromettono nell’esclusività della mediazione culturale e politica, negli insegnamenti pseudo-spirituali riservati solo al clero e intraprendono la disputa per il diritto a predicare e annunciare l’Evangelo.

Questo non può che aprire un conflitto con la gerarchia ecclesiastica.

A Milano questo movimento prende il nome di Pataria ed ha la sua data di nascita nella quaresima del 1057.

In questi anni compaiono in Occidente anche i primi missionari Catari (dal greco: puri) venuti dall’Est. Tra il 1150 e il 1250 si organizzano in una propria gerarchia ecclesiastica, sono già una contro-chiesa, e si dotano di un complesso di dottrine religiose, le quali ruotano intorno all’esistenza nella realtà di due principi diversi e opposti, quello del bene e quello del male, il cosiddetto dualismo, di memoria manichea.

Ma a prescindere dalla loro dottrina, l’eresia catara diffonde tra i laici versioni in lingua volgare del Nuovo Testamento. E proprio dalla lettura di una traduzione della Bibbia, fatta eseguire a sue spese, che il ricco mercante di Lione Valdo, tra 1174 e 1176 si converte all’evangelo e inizia condurre una vita in povertà e a predicare in modo itinerante imitando gli apostoli. Leggendo e rileggendo questa raccolta di libri della Bibbia e di padri della chiesa, Valdo finisce per impararla a memoria.

Secondo la tradizione fu colpito in particolar modo dalle parole rivolte da Gesù al giovane ricco: “Va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi” (Matteo 19, 21). Decide allora di abbandonare la moglie, fa accogliere le figlie in un monastero e offre tutta la sua ricchezza ai poveri.

Fatto voto di castità e vestiti solo di stracci, Valdo e i suoi seguaci vanno in giro a predicare la Paroladi Dio; ben presto il gruppo viene identificato come “Poveri di Lione“.

La loro predicazione si svolge all’interno dell’ortodossia della chiesa romana, rivolgendosi principalmente contro il dualismo cataro,  guardandosi bene dall’essere confusi con essi.

Portando a esempio la loro scelta di povertà, si pongono inevitabilmente in contrasto con la ricca gerarchia ecclesiastica che godeva di ampi privilegi. La loro scelta di vita incoraggiata e lodata fin tanto che restava in un ambito privato, diventa pericolosa se esibita pubblicamente come un esempio per tutti.

Valdo non solo si scontra con il divieto esplicito alla predicazione dei laici, ma appare potenzialmente eversivo per la stessa struttura della chiesa.

Avendo negato loro il permesso di predicare, essendo dei laici, ma non avendo sortito effetto in Valdo nel distoglierlo dalla sua opera, nel 1184 il papa emana la scomunica contro i Catari e i dissidenti religiosi di ogni genere accomunandoli in un’unica condanna.

Nonostante la condanna e la caccia degli inquisitori, nei decenni successivi e per tutto il secolo XIII i predicatori valdesi non si fermano e diffondono la loro predicazione in Provenza e in Italia settentrionale.

Alla condanna papale segue anche la cacciata da Lione, ma il movimento valdese continua la sua espansione verso il Mezzogiorno di Francia e il Settentrione d’Italia, giungendo anche in alcune regioni della Germania, in Svizzera, e persino in Austria, Spagna, Ungheria, Polonia e Boemia.

Perde però la sua compattezza originaria e inizia a sfaldarsi in gruppi locali differenziati tra loro. La prima grande spaccatura avviene nel 1205 circa, quando una parte consistente di valdesi di Lombardia dà vita a un gruppo autonomo detto appunto Poveri Lombardi, che sarà poi riassorbito in poco tempo dagli ordini cattolici dei frati mendicanti.

Alla fine del ‘200 i valdesi dovranno rendersi conto che non è più possibile trovare sacerdoti cattolici disposti ad ammetterli ai sacramenti e dovranno organizzarsi in proprio, per cui saranno costretti definitivamente a porsi al di fuori della chiesa di Roma.

Vivendo nella clandestinità, e spesso riuscendo a nascondersi in zone impervie e inaccessibili, il movimento valdese riuscirà ad arrivare al XVI secolo e ad aderire alla Riforma protestante franco-elvetica, su invito del pastore Farel di Ginevra, lo stesso che convincerà Calvino a iniziare la sua opera nella città di Ginevra dove i due fonderanno l’Università.

Ecco cosa hanno voluto dire i luterani dell’Ottocento nell’innalzare questo monumento a Worms. Ecco cosa rappresenta il gruppo centrale del monumento.

E’ questa la metafora artistica che i luterani hanno voluto esprimere: Lutero li sovrasta tutti ma non come se fosse Napoleone o Giulio Cesare, cioè per propria gloria e magnificenza di potere.

Lutero in fondo non dice nulla che non è stato già detto da almeno 4 secoli già da Valdo, Wyclif o Hus, ma è il modo in cui lo dice che è diverso, ed è diversa la valenza con cui le sue affermazioni si inseriscono nella storia con l’aiuto di Dio.

Li sovrasta tutti perché afferma una volta e per sempre il Sola Scriptura, la Bibbia come unica verità che può essere letta e compresa da tutti: è la Bibbia la vera protagonista della Riforma protestante, l’Evangelo del Cristo è la sola libertà del cristiano.

 

Completando la serie dei personaggi che compongono il monumento, molto velocemente, cito Melantone, il fedele e instancabile collaboratore di Lutero, che riordina e teorizza più scientificamente le idee vulcaniche che Lutero produce, Filippo I Langravio di Assia il gran sostenitore della Riforma che organizzerà la Lega di Smalcanda contro le truppe cattoliche del conte Tilly, Federico III il Saggio il signore e gran protettore di Lutero che fa si che Lutero rimanesse il Germania per essere processato e non venisse portato a Roma al tribunale dell’Inquisizione.

Qui abbiamo tre figure che rappresentano tre città. La città di Spira. Qui durante la dieta del 1529 alcuni prìncipi che sostenevano la Riforma presentano all’imperatore Carlo V la loro “protesta” nei confronti del suo tentativo di imporre di nuovo l’obbedienza al papato romano. I prìncipi “affermano solennemente”(attestano con forza) in latino “protestamur” la loro fedeltà all’Evangelo e la loro intenzione di attuare e difendere la Riforma nei loro territori senza cedimenti e senza ambiguità, offrendo con una poderosa azione di coraggio addirittura le loro teste al sovrano nel caso la loro confessione di fede avesse dovuto in qualche modo danneggiare l’imperatore stesso o egli avesse avuto di che dubitare circa la loro fedeltà all’Impero.

La città di Augusta con la palma della pace (Augsburg). Trattato di pace, sancito dalla Dieta ad Augusta. Nel 1530 i principi evangelici presentarono a Carlo V con la prima Dieta la loro Confessione di Fede (Augustana).

L’inizio della Riforma viene tradizionalmente fatto coincidere con l’affissione delle 95 Tesi di Lutero contro le indulgenze a Wittenberg, il 31 ottobre 1517.

Oggi, ogni anno, il 31 ottobre le chiese riformate, ricordano questa data solitamente con un culto in cui nella predicazione si riporta la memoria e il significato di questo avvenimento che non è solo un avvenimento storico, ma che è, per milioni di credenti, il riconoscimento della parola di Cristo quale unica autorità.

Con la Riforma, Cristo riprende possesso della sua chiesa e ne rivendica l’unico Signore che è Suo Padre. Le chiese riformate confessano la fiducia, la Fede in questa Parola rivelata e finalmente conosciuta e predicata. Il Protestantesimo nasce come confessione di questa fede Riformata.

Protestantesimo è l’effetto della Riforma che si afferma in svariati campi dell’esistenza.

E’ rifiuto di ogni pretesa assoluta dell’autorità umana in qualsiasi campo del sapere e dell’agire. E’ autonomia della coscienza individuale affrancata da ogni autorità, perché posseduta dall’Autorità liberante di Dio.

La responsabilità di rispondere a Dio soltanto libera l’individuo nei confronti di ogni pretesa umana, individuale o istituzionale, sia essa religiosa, politica, economica o culturale, di avocare per sé l’assoluta autorità che appartiene a Dio soltanto.

scritto da Eugenio Presta

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