Chi Siamo

La comunità valdese di Dipignano nasce agli inizi del Novecento quando il suo fondatore, Francesco Scornaienchi, si converte alla fede evangelica. Dopo la Seconda guerra mondiale la comunità aderisce alla chiesa valdese.

Valdesi

I valdesi sono cristiani che appartengono alla famiglia delle chiese evangeliche o protestanti. Sono presenti in Italia sin dal Medioevo, ma solo a metà dell’Ottocento hanno ottenuto un editto di tolleranza (le Lettere Patenti di Re Carlo Alberto), e solo da quel momento hanno potuto esprimere la loro fede senza incorrere in repressioni, diffondendosi in tutta Italia e in Sud America (nella zona d…el Rio de la Plata) con l’emigrazione. La chiesa valdese insieme alla chiesa metodista, con la quale si è unita nel 1979 formando un’unica comunità confessionale, lavora in stretta collaborazione con altre chiese evangeliche in Italia nel quadro della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI). Mantiene inoltre relazioni molto strette con le chiese protestanti nel mondo partecipando al Consiglio ecumenico delle Chiese (CEC).

VALDO (da cui valdese) era un mercante di Lione, di poco anteriore a san Francesco (XII-XIII sec.) che decise, al termine di una profonda crisi spirituale, di vivere l’esperienza degli apostoli al seguito di Cristo. Di conseguenza vendette i suoi beni e si consacrò alla predicazione del Vangelo. Nel prendere questa decisione egli non intendeva ribellarsi alla Chiesa, pensava anzi di collaborare al suo rinnovamento seguendo l’esempio degli apostoli; fu invece scomunicato insieme ai suoi seguaci. Il movimento valdese, detto “dei poveri”, di Lione in Francia e di Lombardia in Italia, si estese in Europa, raccogliendo consensi fra il popolo. Come tutti i movimenti detti “ereticali” fu oggetto di repressione e persecuzioni da parte dei poteri civili e religiosi. Malgrado questa situazione di difficoltà e la caccia dell’Inquisizione mantenne la sua coerenza e si espanse in tutta l’Europa medievale. Le zone in cui i valdesi si impiantarono con maggior consistenza furono le Alpi Cozie, la Provenza, la Calabria e la Germania meridionale. I loro predicatori itineranti erano detti barba (in dialetto “zio”, nel senso di persona di riguardo) da cui barbetti, appellativo popolare con cui vennero designati sino in tempi recenti in Piemonte. La testimonianza del movimento mantenutasi coerente attraverso i secoli dal XII al XVI era centrata su due aspetti del messaggio cristiano: la fedeltà al Vangelo e la povertà della Chiesa. La Chiesa cristiana, dissero i valdesi, si richiama a Gesù: ne deve perciò prendere alla lettera gli insegnamenti rinunciando perciò al potere politico, all’uso della forza ed alle alleanze con le potenze del mondo. Quando sorse in Europa la Riforma protestante i valdesi vi aderirono nel 1532, organizzandosi in comunità alternative a quella di Roma, con predicatori locali per il culto e la celebrazione dei sacramenti. La presenza protestante toccò in quel periodo molte altre città del Piemonte e d’Italia ed il cattolicesimo mantenne il suo predominio assoluto grazie solo all’azione della Controriforma e all’appoggio dei principi. Per un complesso di circostanze favorevoli i valdesi riuscirono ad ottenere il riconoscimento della loro religione in un’area ben definita delle Alpi Cozie. Questo nucleo di poche migliaia di protestanti costituì per quasi tre secoli un avamposto del protestantesimo europeo. I sovrani di Francia e Piemonte non abbandonarono però il progetto di riconquistarle alla fede cattolica. Momenti particolarmente tragici si ebbero nel 1655 quando il massacro conosciuto come le Pasque piemontesi sollevò l’indignata protesta dell’Europa e l’intervento dell’Inghilterra di Cromwell. Altro momento tragico si ebbe nel 1685, quando Luigi XIV re di Francia vietò ai protestanti la professione della loro religione e anche le chiese valdesi del Piemonte furono distrutte. Solo poche migliaia di superstiti si salvarono in Svizzera, rientrando dopo tre anni con una memorabile marcia conosciuta come il Glorioso Rimpatrio.

CRISTIANI

I cristiani evangelici o protestanti, tra cui anche i valdesi e i metodisti, condividono, insieme con i cristiani cattolici e ortodossi, i fondamenti della fede cristiana. La comune fede cristiana può essere riassunta in queste cinque affermazioni. 1. Tutti i cristiani credono in un solo Dio creatore, fonte di vita e di amore, che si è fatto conoscere anzitutto agli Ebrei; credono in Gesù Cristo, unico Signore e salvatore, che ha manifestato all’umanità l’amore di Dio; credono nello Spirito santo, presenza attiva di Dio nella storia. In altre parole un solo Dio in tre persone, la “Trinità”. 2. Tutti i cristiani confessano che Dio ha parlato per mezzo di Mosè e dei profeti e in Gesù Cristo, com’è attestato dalle Sacre scritture dell’Antico e del Nuovo Testamento, cioè dalla Bibbia, che è il testo fondamentale della rivelazione. 3. Tutti i cristiani amministrano il battesimo e celebrano l’eucaristia, o Cena del Signore. A questi segni visibili, legati all’opera di salvezza compiuta da Gesù Cristo, le varie correnti del cristianesimo danno tuttavia significati diversi che, in alcuni casi, impediscono loro di riconoscere pienamente la validità del battesimo altrui e di partecipare alla mensa comune. 4. Tutti i cristiani ritengono che il Signore rivolga a uomini e donne un appello personale alla fede, da vivere con fedeltà, coerenza e obbedienza, e che tutti i credenti sono raccolti in un solo popolo, il popolo di Dio, chiamato a servirlo e a farlo conoscere a tutti, cioè la chiesa, la cui realtà, organizzazione e modi di vita essi intendono tuttavia in modi diversi. 5. Tutti i cristiani vivono una vita aperta al futuro e attendono la realizzazione della piena redenzione, promessa e iniziata da Dio in Gesù Cristo.

EVANGELICI

Le chiese valdesi mantengono i due appellativi: valdese ed evangelico. Il primo per motivi storici, per riaffermare il legame che unisce la testimonianza odierna alle esperienze di fede dei valdesi medievali e mostrarne così la continuità nel nostro paese. Evangelico esprime invece la volontà di fondare il cristianesimo sull’Evangelo. Questo in accordo con la Riforma protestante ed il suo progetto di ritorno alla comunità cristiana primitiva e di purificazione della fede. Per questo, i valdesi vedono il fondamento della fede cristiana in tre punti: La Bibbia (Antico e Nuovo Testamento), Cristo, la fede, ma intendono questo riferimento in modo esclusivo. La Bibbia deve rappresentare la sola fonte da cui la chiesa trae ispirazione nella sua opera e nella sua testimonianza; ad essa sola dobbiamo rivolgerci ogni qualvolta vogliamo conoscere la volontà di Dio ed i nostri doveri cristiani. La salvezza e la speranza degli uomini é soltanto nell’opera di Cristo: essere cristiani significa perciò avere piena fiducia e vivere in comunione con Lui. Infine siamo salvati, o come dice san Paolo, siamo giustificati solo per fede, significa dire che non abbiamo merito alcuno nella nostra salvezza, ma la possiamo e dobbiamo accogliere come un dono gratuito di Dio.

VALDESI

Altri elementi caratteristici della vita ecclesiale della Comunità valdese: la mancanza di immagini nelle chiese, il matrimonio dei pastori, la comunione con il pane ed il vino, il rifiuto delle reliquie derivano tutti dalle premesse dette sopra. Da questi principi teorici, dottrinali deriva anche una visione particolare della Chiesa. La comunità cristiana vista come incontro e comunione dei credenti più che come organizzazione strutturata gerarchicamente ha una impostazione di vita che risponde ad una sensibilità di tipo democratico e non clericale. A differenza delle chiese di tipo cattolico, i valdesi non raccolgono il principio della successione episcopale secondo cui la presenza di Cristo è garantita dalla successione dei vescovi; essi affermano che tra Cristo e la Chiesa (= comunità di credenti) non ci sono forme di autorità intermedia; il popolo dei credenti è chiamato a vivere la sua fede avendo la certezza che il Signore lo guida mediante il suo Spirito. Di conseguenza la chiesa non ha da dare direttive specifiche concernenti le scelte politiche, l’etica sessuale.

PROTESTANTI

Le chiese protestanti o evangeliche sono sorte nel XVI secolo in seguito alla predicazione di Martin Lutero. Biblista agostiniano e profondo conoscitore della Bibbia, egli rivendicava la necessità per la chiesa cristiana del tempo di riformarsi seguendo la Scrittura, tornando cioè alla Chiesa apostolica. Egli ed i suoi seguaci si dissero “evangelici” per esprimere questa volontà di ritorno al Vangelo. Furono detti “protestanti” perché rivendicavano davanti all’Imperatore il diritto di predicare liberamente la parola di Dio. La chiesa rappresentata dal papa condannò al Concilio di Trento le tesi del movimento protestante e questo dovette così darsi una propria organizzazione. In Germania fu influenzata da Lutero e si organizzò nelle chiese nazionali luterane, in Inghilterra fu il potere regio a dare forma alla nuova chiesa e nacque così la Chiesa d’Inghilterra (anglicana). Nel resto dell’Europa a dare l’impronta al movimento fu Giovani Calvino, professore a Ginevra. Questa formulazione della fede evangelica conduce ad una implicita riserva critica nei confronti di alcune delle dottrine diventate tradizionali nel cattolicesimo romano. Se infatti il culto cristiano ha come momento centrale la predicazione dell’Evangelo, la pietà cristiana non potrà accogliere riti e cerimonie e manifestazioni di carattere superstizioso, magico quali si riscontrano di frequente nella religiosità naturale. Se debbono considerarsi fondamentali ed esclusivi per la fede cristiana la persona e l’opera di Gesù Cristo ed il suo sacrificio, ne deriverà il rifiuto di ogni forma di venerazione per Maria ed i santi, se i sacramenti del battesimo e dell’eucarestia (i due soli istituiti da Cristo) sono segni della grazia divina e non mezzi per ottenerla, ne deriva il fatto che la Chiesa non ha sacerdoti cioé persone rivestite di particolare potere ma tutti i credenti hanno eguale responsabilità nella predicazione e nella testimonianza.

ORGANIZZAZIONE

La Chiesa valdese è organizzata secondo un sistema detto sinodale. Ogni Chiesa locale più volte l’anno ha le sue Assemblee, costituite da tutti i suoi membri, per esaminare tutte le cose che la concernono e deliberare in proposito. L’Assemblea locale elegge il Consiglio di Chiesa, che ha funzioni esecutive e risponde del suo operato all’Assemblea. I componenti di detto Consiglio sono eleggibili annualmente fino ad un massimo di 3 quinquenni. Dei Consigli di Chiesa fanno parte i pastori, ma senza esserne necessariamente i presidenti. Le Chiese di una certa circoscrizione territoriale costituiscono un Circuito. Questo tiene almeno due volte l’anno le sue Assemblee, di cui fanno parte i rappresentanti, pastori e non pastori, delle chiese della medesima circoscrizione. L’Assemblea circuitale elegge il Consiglio di Circuito, che dura in carica un anno ed esegue le deliberazioni di tale Assemblea.

Sul piano territoriale più vasto ci sono i Distretti, che comprendono diversi Circuiti e tengono almeno annualmente la propria Conferenza (= Assemblea) Distrettuale, della quale fanno parte i delegati eletti dalle singole chiese locali e i pastori. La Commissione Esecutiva Distrettuale è l’organo eletto da questa Conferenza e ad essa risponde del suo operato.

Infine sul piano nazionale c’è il Sinodo (o Assemblea generale), che si riunisce annualmente a Torre Pellice (TO). Di esso fanno parte i deputati eletti dalle chiese locali, dei Circuiti e dei Distretti. Il numero dei pastori non può superare quello dei membri non pastori. Il Sinodo esamina tutte le materie che riguardano la fede e la vita delle Chiese valdesi sul piano generale e le sue delibere valgono per tutte le Chiese locali. Il Sinodo perciò è l’autorità terrena al di sopra della quale c’è solo quella del Signore, che si esprime nella sua Parola, che Egli ci fa intendere per mezzo del suo Spirito. Il Sinodo, quindi, è il superiore organo di governo della Chiesa, la quale non ha come capo terreno una sola persona, ma l’Assemblea sinodale.

Tra un Sinodo e l’altro l’organo esecutivo è la Tavola Valdese (= Comitato amministrativo centrale), composta da 7 membri, eletti annualmente dal Sinodo; essi durano in carica un anno e non possono essere rieletti per più di sette anni consecutivi. Il Moderatore non è il capo della Chiesa valdese, ma il presidente della Tavola, e assieme a questa risponde del suo operato al Sinodo.

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